Giaveno, la capitale del fungo della Val Sangone
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Un mix di storia e natura Giaveno è una cittadina che dista poco più di 30 Km dal capoluogo Piemontese, Torino, posta al centro della Val Sangone e circondata da oltre cento borgate distribuite su un territorio prevalentemente boscoso a tratti collinare e a tratti montano.
Grazie alle bellezze del paesaggio, alle ricchezze di acque del Sangone e di altri corsi d’acqua, alla salubrità del clima, alla facilità di comunicazione con Torino e le valli adiacenti, Giaveno è la tipica località ambita sia come residenza sia come meta di villeggiatura e turismo, considerando anche il suo passato e l’annuale susseguirsi di manifestazioni ed iniziative di carattere sportivo, culturale, folcloristico e gastronomico.
Dal territorio di Giaveno è possibile accedere al Parco Naturale Regionale Orsiera Rocciavrè, al Parco Naturale di interesse provinciale dei Tre Denti di Cumiana e Freidour e al Parco Naturale dei Laghi di Avigliana e la splendida Sacra di San Michele, monumento simbolo del Piemonte.
L’origine di Giaveno è molto antica, la sua fondazione secondo alcuni storici, è da attribuire ad un esponente della famiglia dei Gavii di Augusta Taurinorum, ovvero Torino. La prima citazione storica della località di Giaveno appare nel documento della Cronaca di Novalesa, quando viene descritta la strada percorsa da Carlo Magno nel 773 d.C. per aggirare le Chiuse Longobarde della Valle di Susa dove lo attendevano le truppe del Re Desiderio. Anno cruciale per il suo sviluppo è da considerarsi il 1103 quando il conte Umberto II di Moriana – Savoia dona questo territorio all’abbazia di San Michele della Chiusa, che aveva interesse a controllare quest’area considerata strategica, in grado di “coprire l’abbazia alle spalle”.
Il Cinquecento fu un periodo particolarmente fertile per Giaveno, abitato in continua crescita, spinto dalla forza economica locale fondata sulle attività di produzione e commercio di materiali ferrosi, stoffe e cuoio. Nell’ottobre del 1578 San Carlo Borromeo giunto a Torino a piedi da Milano per venerare la Sacra Sindone trasportata da Chambèry nel capoluogo piemontese su ordine di Emanuele Filiberto, si recò nel castello di Giaveno da cui partì alla volta della Sacra di San Michele. Dopo che nell’estate del 1586 Carlo Emanuele I e la sua giovane moglie Caterina si rifugiarono nel palazzotto giavenese, per sfuggire al caldo di Torino, questo divenne secondo la storia una delle residenze preferite nei soggiorni estivi della corte sabauda, soprattutto per opera del principe Maurizio di Savoia.
Un documento degli archivi comunali riferisce del compenso di una “doppia mezza di Spagna”, ricevuto da una paesana, per i funghi portati a Madama Reale in villeggiata a Giaveno.
Giaveno fu, nei secoli successivi, all’avanguardia in ogni opera e attività sociale, commerciale e industriale. Nella prima metà del Settecento annoverava sette fornaci di terracotta, quattro fabbriche di colla, dodici concerie di cuoio, una tintoria di tela, una di cappelli e una di nastri, oltre che officine da fabbro ferraio. Sul finire del secolo si affermò l’industria della seta che scomparve verso la metà dell’Ottocento per lasciare posto allo juta e al cotone.
Nel 1889 a Pra Fieul, in frazione Maddalena, trovò l’avvio lo sci italiano. Su questi monti l’ingegnere svizzero Adolf Kind con un paio di “assi” in legno di frassino eseguì alcune discese.
Importanti pagine di storia sono state scritte a Giaveno e in Valsangone nel periodo della Resistenza (1943-1945) che vide i partigiani e l’intera popolazione sollevarsi contro l’oppressione nazi-fascista, fatti per i quali a Giaveno – Val Sangone è stata concessa la Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Per maggiori informazioni:
Città di Giaveno tel. 011.9326400
Ufficio Turistico Comunale 011.9374053